La sua voce è tra le più celebri al mondo. Con hit come “Heartbreaker;” “Butterfly,” “Touch My Body” e la canzone da record “All I want for Christmas is You,” Mariah Carey è presente nelle vite di tutti noi. Dopotutto è la cantante in assoluto con più dischi venduti negli Anni 90, superando addirittura Madonna e un totale di oltre 220 milioni di album venduti in carriera. Ma arrivare a tutto questo non è stato facile per questa donna che mescola origini irlandesi, venezuelane e afroamericane.
I genitori divorziano quando lei ha solo 3 anni e cresce con la madre, cantante lirica, in situazioni economiche precarie. Nonostante la scarsità di mezzi e le prove che la vita le ha messo lungo il percorso, Carey ha sempre avuto le idee ben chiare: “Ero sicura che sarei arrivata dove sono arrivata, non sapevo bene come e quando, ma non ho mai dubitato che ce l'avrei fatta,” racconta. Adesso, a 52 anni, con una carriera senza precedenti, due figli gemelli, Moroccan e Monroe, avuti nel 2011 dal secondo marito Nick Cannon (i due hanno divorziato nel 2014), il primato di artista solista con più numeri uno, l'appellativo di leggenda vivente che a lei calza veramente a pennello, Carey sente di avere ancora tanti sogni da realizzare. E uno di questi, quello di creare una collezione di gioielli con Chopard, l'ha appena concretizzato. Ha infatti creato con il marchio la collezione Happy Butterfly X Mariah Carey Collection. La farfalla, simbolo di metamorfosi, è ciò a cui la cantante si ispira sin da quando ha lanciato l'album Butterfly nel 1997, che ha segnato una svolta nella sua carriera ed è al centro di questa collezione ricca di emozioni alla quale i diamanti conferiscono un'incomparabile magia. E pensandoci mi viene da sorridere quando ricevo la sua telefonata e sullo schermo mi compare il suo nickname: Mimi, con accanto proprio l'emoji della farfalla. La sua famosa voce pacata e leggermente graffiata la riconosco subito. è diversa da quella che ho ascoltato milioni di volte, ma è molto rassicurante. Scherziamo sul fatto che lei è rintanata nella sua casa di New York per la tempesta in corso, mentre io sono in una Los Angeles surriscaldata in modo anomalo. Mariah è aperta e mi racconta con grande sincerità i successi e gli insuccessi della sua vita, emozioni che sono diventate canzoni.
Che bambina era Mariah Carey?
“Non sono cresciuta con una stabilità familiare o comunque in una famiglia che io possa definire normale. Quando ero piccola ci siamo trasferiti circa 14 volte e per me è stato difficile per tantissime ragioni. Sognavo questa vita, questa carriera e sono generosa quando definisco le condizioni in cui sono cresciuta modeste. Le circostanze non erano favorevoli e molte persone hanno provato a scoraggiarmi lungo il percorso, ma ho sempre avuto fiducia nei miei sogni.”
E li ha realizzati.
“Sì, ma è stato difficile riuscire a distaccarmi dall'immagine che le case discografiche volevano dare di me. Ho sempre dovuto essere una combattente, ma dopo ogni battaglia c'è quel respiro che non solo ti dà sollievo, ma ti fa riemergere e acquisire la consapevolezza che alla fine sei tu a dover avere il controllo sulla tua immagine ed essere chiunque tu scelga di essere.”
Qual è stato il punto di svolta nella sua vita?
“Direi diversi. Da quando da teenager mi sono ritrovata a dovermela cavare da sola a New York e in questo mondo. Mi sono sentita dire: ‘È troppo giovane, non è nera, non è bianca.’ Per la gente era difficile mettermi in una categoria e per molto tempo ho pensato che dovessero farlo. Per questo ho avuto per otto anni una relazione con un uomo molto forte (il primo marito, il produttore Tommy Mottola, ndr) e molto più grande di me, ma poi ho sentito la necessità di spezzare le catene. Parliamo più o meno del 1997: da quel momento sono cresciuta.”
Sente ancora di avere traguardi da raggiungere?
“Tantissimi. La vita è fatta per imparare. Desidero tanto vedere i miei figli crescere (i gemelli Moroccan e Monroe, 11 anni, ndr), la mia bambina indossare i gioielli della collezione, perché significa tanto per me. Per ora Monroe ha visto le foto e se ne è innamorata. Vederla con i miei bracciali, anche se troppo grandi per lei, per me rappresenta la chiusura di un cerchio, perché io, a differenza sua, ero una bambina che non poteva permettersi neanche lontanamente dei diamanti e vedere la mia piccola così curiosa, così felice quando li indossa, non ha prezzo.”
A sua figlia piacciono i gioielli?
“Vuole essere una designer da grande, almeno per il momento. E in quella fase in cui vuole essere tante cose: ha solo 11 anni, adora disegnare. Io invece non sono mai stata indecisa da piccola, ho sempre saputo di voler cantare.”
Qual è stato il momento in cui ha capito di avercela fatta?
“C'è stato un giorno in cui ero diretta in uno studio televisivo per una performance. Allora avevo già quattro o cinque singoli numero uno, ma non mi ero ancora resa conto di aver raggiunto il successo perché, come le ho detto, ero intrappolata. Non era ancora mio marito allepoca, ma l'uomo che ho poi sposato voleva tenermi lontana da tutti e io non me ne rendevo conto. Quindi, quando siamo arrivati all'evento ho visto tutta questa gente, la strada era stata chiusa e c'era polizia ovunque. Allora ho chiesto all'autista che cosa stava succedendo e lui mi ha risposto: ‘Sono qui per lei signora Carey, deve esibirsi, devono garantire la sua sicurezza.’ Io ero scioccata. Quella è stata la prima volta che ho incontrato davvero i miei fan, ci ho parlato, ho stretto loro la mano.”
Che cosa l'ha toccata di più di quell'esperienza?
“Fino a quel momento non avevo mai sentito un amore incondizionato così grande, se non da parte dei miei cani e gatti. Avere prova tangibile di quel sentimento così profondo da persone che la musica ha legato a me è stato uno dei doni più belli che io abbia mai ricevuto.”
C'è un incontro, tra i tanti, che le ha cambiato la vita?
“Ho incontrato così tante persone, star che ho imparato a rispettare e ammirare nel corso degli anni. Nel 2006 Oprah Winfrey ha organizzato un evento chiamato Legends Ball: che esperienza stupenda. Eravamo tutte donne di colore che lei aveva riunito perché in qualche modo avevamo fatto la differenza nella sua vita. è stato il momento più incredibile che io abbia mai vissuto. C'erano le cantanti Tina Turner e Diana Ross, la poetessa Maya Angelou ed io ero seduta tra queste leggende, fonti di ispirazione, e non potevo crederci. Oprah ha regalato a tutte noi orecchini di diamanti e una foto che abbiamo scattato insieme. Sa che dopo tanti anni io ancora guardo quella foto ogni giorno e la mostro ai miei bambini? Spiego loro chi sono tutte quelle donne, che cosa hanno fatto per il mondo. Quel giorno mi ha cambiato la vita.”
Come nasce la Happy Butterfly X Mariah Carey Collection con Chopard?
“E stata una sorpresa. Mi hanno mandato un regalo. Quando l'ho aperto dentro c'era una lettera per me scritta a mano da Caroline Scheufele, copresidente e direttrice artistica del marchio, e una bellissima sciarpa di seta con disegni di farfalle. Nella lettera c'era anche il numero di telefono di Caroline. L'ho chiamata e mentre parlavamo lei disegnava. Le raccontavo che il mio album Butterfly avrebbe ricevuto la certificazione di “diamond record” quindi sarebbe stato perfetto raccontare quella canzone e quel disco nella collezione. Mi ha mandato su WhatsApp una foto gli schizzi fatti mentre parlavamo ed erano perfetti. La collezione Happy Butterfly l'ho sempre immaginata così.”
Di suo che cosa ha messo in questa collezione?
“Sa, le farfalle rappresentano un periodo specifico della mia vita e da allora le porto sempre con me. Negli anni in cui ho lavorato a quell'album sono diventata più indipendente, mi sono liberata. Prima mi sentivo in trappola. Ho iniziato da giovanissima in questo business. La farfalla quindi rappresenta la mia evoluzione. Con quel disco sono diventata una donna forte, emancipata, libera, capace di creare qualcosa di grande da una piccola scintilla.”