Ero appena atterrato all'aeroporto londinese di Heathrow e già mi trovavo in corsa sopra uno di quei butti taxi che usano in Inghilterra, alla volta del Mayfair, un sontuoso hotel a due passi da Buckingham Palace. Di li a poco avrei incontrato una giovane cantante di ventitré anni, che in soli tre di carriera è diventata l'artista numero due della Sony Record, seconda solo a Michael Jackson: Mariah Carey, reduce dalla realizzazione del suo nuovo album Music Box. Un disco che racco glie tutta la sua forza di giovane cantante soul. Una voce grandiosa, da molti paragonata a quella di Whitney Houston. La differenza sta nel fatto che Mariah possiede, tra l'altro, un'adrenalinica carica sexy che rende il tutto molto più godibile…
La splendida suite del Mayfair Hotel cela tra i suoi sofà un corpo fasciato da un paio di fuseaux neri e da uno scollatissimo body a righe. Sorpresa! Il viso di Mariah spunta dolcissimo tra i cuscini, incorniciato tra due treccine che riportano la memoria al personaggi femminili del le favole (non me l'aspettavo) e infatti qualcosa di fiabesco la sua storia lo ha, con i milioni di dischi venduti negli States.
“È successo tutto cosi velocemente… Dal mio primo album sono passati solo tre anni, ma per avere questo ho dovuto lavorare duro. Tutto ora scorre molto facile, non che mi dispiaccia, del resto è quello che ho sempre desiderato, mi sembra di vivere un sogno. Non so cosa succede ra quando mi sarò svegliata; tutto ciò che voglio fare è cantare, è la cosa più importante della mia vita.”
Mariah è anche produttrice dei suoi dischi, lavora cioè dietro la consolle in studio di registrazione, un ruolo non facile per una donna: “Si, perché molto spesso non si viene prese sul serio. Di solito negli studi di registrazione tutti coloro che lavorano sono uomini; io sono stata fortunata perché ho trovato molte persone che mi hanno aiutata e che la vedevano come me. Non immaginavo di poter produrre i miei pezzi, quando reallzzai il mio primo demo. Iniziai facendo musica come tutti, anche se la maggior parte dei cantanti si presenta in studio, esegue la parte e se ne torna a casa, lo invece ho sempre voluto scrivere i miei brani da sola, decidere come eseguirli e seguire come procede ogni dettaglio, durante la registrazione. Mi accorsi che tutto questo faceva parte della produzione, quindi la cosa più semplice era diventare produttrice.”
Come identifichi l'ultimo tuo album, Music Box?
“È il disco che preferisco tra quelli realizzati fino ad ora. Ho lavorato moltissimo, chiudendomi da sola in studio e cercando di esprimere al meglio le mie capacità: utilizzavo le performance vocali che volevo e registravo ciò che desideravo.”
La determinazione di Mariah si coglie anche nei testi: “Ci sono particolari del mio passato; mia madre mi diceva di credere sempre in ciò che facevo: ‘Puoi fare tutto quello chede sideri, basta che tu lo voglia.’ mi diceva. Non tutti hanno la fortuna di essere vicino a qualcuno che ti insegna a vivere cosi; ho pensato allora di scrivere ‘Hero’ per chi ha bisogno, come dire, di una spinta morale.”
Quali sono le domande che più spesso si pone una star?
“Sono talmente occupata per la maggior parte del mio tempo che mi risulta difficile sedermi e guardarmi indietro o alterno; tutto e successo cosi rapidamente. Quando mi capita di fermarmi a riflettere, ringrazio per tutto quello che ho. Mi tengo lontana dai telegiornali perché ci sono troppe cose tristi che accadono nel mondo; forse un giorno scriverò qualcosa anche su questo argomento.”
Il tempo a mia disposizione è vicino allo scadere: tento di domandare qualcosa riguardo al suo compagno di scuderia, Michael Jackson: un commento sulle ultime notizie in arrivo, ma mi sorprende un perentoria: “No comment!”.